Ansia

“Anche i più piccoli impegni li vivo come un problema, ho sempre paura di non riuscire a portarli a termine”

“Quando sono fuori mi chiedo continuamente se i miei figli o mio marito stiano bene, sento il bisogno di sentirli per accertarmi del loro stato”

“Se non ho tutto perfettamente in ordine mi viene ansia perché ho paura di essermi dimenticata o non aver fatto qualcosa, mi sembra di dimenticare tutto”

“Senta dottoressa, anche adesso ho le mani totalmente sudate”

Queste sono alcune delle testimonianze raccolte da pazienti che hanno sperimentato stati di ansia.

Il termine ansia deriva dal latino anxus che significa “stretto”.

Ti ritrovi in questa parola?

L’ansia è come un vortice, l’ansia è come un tunnel, ti fa sentire stretto, ti da la sensazione di un nodo alla gola, di un costante peso sul petto o a livello dello stomaco.

L’ansia ti impedisce di sentirti lucido, di pensare fluidamente perché i tuoi pensieri sono orientati alle tue anticipazioni mentali sugli eventi, alle tue preoccupazioni.

Chi si preoccupa si “pre” “occupa”  quindi si occupa di qualcosa che ipoteticamente potrebbe accadere.  Questa attività, se protratta nel tempo e in intensità, diventa un enorme dispendio di energie che potrebbero essere impiegate per OCCUPARSI del problema.

Perché allora la persona ansiosa non si occupa del problema che le genera ansia?

La persona ansiosa non si occupa di ciò che le genera ansia perché a livello razionale è consapevole che la sua preoccupazione è spropositata rispetto alla situazione o che la situazione fonte di ansia non è  sotto il suo diretto controllo.

Non tutta l’ansia viene per nuocere però!

Ci sono due tipi di ansia: l’“ansia di stato” in cui le preoccupazioni sono rivolte ad eventi specifici (esame, visita, gara, parlare in pubblico etc..), tale ansia è adattiva perché permette di prepararsi, di organizzare e convogliare gli sforzi al raggiungimento dell’obiettivo. L’“ansia di tratto” in cui l’ansia è il tratto che caratterizza la persona. In questo caso la persona vive in un costante stato di attivazione fisiologica e di allarme che se protratto nel tempo può modificare il funzionamento del sistema nervoso simpatico con aumento della secrezione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina che modulano il battito cardiaco (frequenza e gittata), la pressione sanguigna e il sistema immunitario.

L’ansia può gradualmente estendersi a macchia d’olio fino ricoprire a gran parte delle aree di vita della persona, manifestandosi con sintomi di natura psichica, fisica e comportamentale.

Sintomi psicologici:

  • Intensa e persistente preoccupazione
  • Scarsa concentrazione causata dalle preoccupazioni
  • Difficoltà mnestiche
  • Irritabilità
  • Difficoltà ad addormentarsi
  • Pensieri intrusivi
  • Attenzione selettiva (focalizzazione su elementi interni o esterni che confermino le proprie preoccupazioni)
  • Rimuginio (pensiero circolare caratterizzato da negativismo, inconcludenza e ripetitività)

Sintomi fisici:

  • Iper sudorazione
  • Tachicardia, palpitazioni, aritmie
  • Sensazione di soffocamento, nodo alla gola
  • Vampate di calore
  • Tremolii
  • Dolori al petto
  • Brividi, vertigini
  • Parestesie(sensazione di torpore e formicolio)
  • Sintomi gastrointestinali come nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo, diarrea, sindrome del colon irritabile
  • Orticaria
  • Aumento della frequenza dell’orinazione

Sintomi comportamentali:

  • Agitazione motoria
  • Evitamento degli stimoli temuti per non incorrere nell’ansia, riducendo così i propri gradi di libertà.

Perché arriva l’ansia?
L’ansia è energia pura, pulsione vitale che è stata soffocata, repressa e che preme per emergere.
L’ansia è vita, perché vivo è il suo messaggio di cambiamento, di risveglio.

Quando l’ansia arriva e resta significa che stai escludendo dalla tua vita una parte essenziale di te stesso: può trattarsi di una passione, un interesse, sessualità, sentimenti, libertà, desideri, modi di essere.

Si può guarire dall’ansia?
La risposta è no.

Non si può guarire dall’ansia perché l’ansia non è una malattia, ma un sintomo,  e questo cambia radicalmente il modo in cui ci approcceremo ad essa. Se vedi l’ansia come una malattia da debellare, da cui guarire o peggio ancora da combattere, ci sono buone probabilità che sortirai esattamente l’effetto contrario.

L’ansia è la risposta a un malessere, alla tua energia vitale che non trova una via di sfogo  e resta soffocata facendoti sentire quel costante peso, quella continua pesantezza esistenziale che chiami ansia.

La domanda produttiva è invece domandarsi: qual è il messaggio della mia ansia?

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