Quando due individui si sposano tendono a scegliere il tipo opposto ottenendo che ogni partner sia, o creda di essere, libero dall’ingrato compito di affrontare la propria Funzione Inferiore (punto debole, funzione meno sviluppata). Questa è una delle grandi fortune e fonti di gioia dei primi periodi matrimoniali: improvvisamente tutto il peso legato alla funzione inferiore è scomparso, ciascuno dei due vive in unione felice con l’altro, e tutti i problemi sono risolti! Ma se uno dei partner sente la necessità di sviluppare la propria funzione inferiore anziché lasciare semplicemente che sia l’altro a occuparsi di certi settori dell’esistenza, cominciano i guai. La stessa cosa si riscontra anche nella scelta dell’analista.»
(Carl Gustav Jung)
La coppia non è la somma di due individui bensì l’insieme di due persone, un “noi”, una terza dimensione contenente l’intero bagaglio esperenziale di ognuno dei membri, i rapporti con le reciproche famiglie di origine, i propri contenuti consci ed inconsci.
La scelta stessa del proprio partner non è una scelta cosciente, anzi, è ricca di contributi provenienti dall’inconscio, e questo spiega perché alcune persone scelgono di stare per tutta la vita in un rapporto distruttivo.
“E’ in primo luogo il tipo di legame con i genitori a influenzare a livello inconscio la scelta del coniuge, favorendola od ostacolandola”
(Carl Gustav Jung)
Perché si forma la coppia?
Dicks parla di “incastro tra due mondi interni” inteso come tentativo, più o meno cosciente, di risolvere attraverso l’unione con l’altro le proprie problematiche interiori: i propri aspetti negativi vengono attribuiti all’altro poichè troppo dolorosi o inaccettabili da accogliere entro se stessi.
Prima di vedere perché la coppia entra in crisi, vediamo cosa fa si che non ci entri.
Il requisito fondamentale perché una persona riesca ad avere una relazione che funzioni è il grado di differenziazione personale raggiunto prima di innamorarsi cioè il grado di evoluzione dell’io. Questo implica il riconoscere l’altro come separato da sé, con caratteristiche proprie ed indipendenti, con pensieri e modalità autonome di rapportarsi nella relazione. Molti conflitti di coppia nascono infatti dalla pretesa dell’individuo che l’altro abbia le sue stesse idee o i suoi stessi modi di esprimerle: molti conflitti di coppia nascono proprio dall’incapacità di concepire l’altro come un individuo che ha un passato, esperienze, emozioni e modi di agire diversi dai propri. Vige la pretesa dell’uguaglianza nella negazione delle caratteristiche uniche del partner.
Quando avviene la crisi di coppia?
L’essere umano ha spesso la pretesa della permanenza delle relazioni, della loro immutabilità, spera siano sempre uguali e soprattutto eterne. La coppia, come del resto l’individuo, non è qualcosa di statico ma è un sistema dinamico: il ragazzo e la ragazza che eravate ieri non sono l’uomo e la donna che siete oggi e questa evidenza deve essere considerata. Spesso si tende a ricercare all’esterno la causa della crisi (lavoro, figli, impegni, orari, nuove conoscenze), senza rendersi conto che la coppia (proprio come ogni persona) si evolve, andando incontro a cambiamenti che non dipendono se non in minima parte dalla realtà esterna. Quando arriva la crisi vuol dire che qualcosa non funziona più e si è in procinto di un cambiamento: bisogna per forza attraversare questo momento di “regressione” per giungere alla giusta “progressione” che può significare anche la fine della relazione.
Come superare, quindi, un momento di crisi di coppia?
Possiamo immaginare la crisi come un uragano che arriva per spazzare via il superfluo, quello che non serve più e lasciare solo quello che deve restare, quello che è davvero resistente. La sua funzione è di rinnovo, di evoluzione, portatrice di nuove opportunità.
Molte persone quando arriva la crisi di coppia si comportano un po’ come i nostri amici struzzi, mettendo la testa sotto la terra per non vedere, facendo finta di niente o programmando una gravidanza con l’illusione di rimettere a posto le cose. La soluzione passa dall’accettazione della crisi per quello che è: quindi per un momento di cambiamento i cui esiti non sono conosciuti, potrebbe portare al rinnovo della coppia o al suo scioglimento. Quello che è certo è però è che la farà muovere da quel punto di stallo in cui si è fermata intaccando il benessere psicofisico di entrambi i partner.
Quando è utile chiedere un aiuto per superare la crisi di coppia?
Quando una coppia decide di rivolgersi ad uno specialista solitamente proviene da un periodo, piu o meno lungo, in cui ha cercato autonomamente di risolvere i propri problemi senza evidentemente riuscirci. La coppia al momento della richiesta di consultazione si trova quindi in una fase di cristallizzazione: la coppia si è arenata, si è focalizzata sui propri conflitti nella maggior parte dei casi amplificandoli. Entrambi i partner si trovano in una fase di resistenza in cui si tende a colpevolizzare l’altro o pretenderne il cambiamento, senza essere disposti a metterne in discussione il proprio. E’ presente il continuo rinfacciarsi colpe passate e attuali con modalità comunicative spesso aggressive o tendenti a coinvolgere terze persone (figli, familiari).
In questi casi, l’intervento esterno può rivelarsi utile per MOSTRARE ai due partner la loro realtà da un altro punto di vista: una casa in fiamme è molto diversa se vista da dentro col fuoco che invade o dall’alto di un elicottero.
La coppia in crisi che si rivolge allo psicologo ha la possibilità di rivelarsi, di esprimersi in un contesto sicuro, definito da regole chiare e condivise e come in ogni tipo di percorso psicologico, tutelato dal segreto professionale.
Il requisito all’avvio di un percorso di coppia è, come per quello individuale, la motivazione di entrambi i partner a mettersi in gioco con un atteggiamento morbido ed elastico volto all’ascolto del punto di vista dell’altro rinunciando alla pretesa che il proprio sia l’unico punto di vista possibile.
Quali sono gli obiettivi del percorso psicologico di coppia?
- Trovare modi alternativi di rispondere alle difficoltà relazionali interne e verso il mondo esterno.
- Vedersi in modo obiettivo proiettando meno i propri difetti sull’altro
- Imparare a riconoscere la propria aggressività latente o esplicita
- Scoprire modalità di comunicazione più funzionale
- Permettere l’espressione delle emozioni e della propria identità all’interno della coppia
- Definire e rispettare i propri spazi personali e rispettare i confini entro ed intorno alla coppia
Le sedute possono essere settimanali o quindicinali, a seconda delle situazioni, della problematica e del grado di conflittualità, la durata di ogni seduta è di 75 minuti.
In tutte le coppie, anche in quelle che stanno vivendo una profonda crisi sono presenti tracce, i ricordi delle qualità che hanno fatto spiccare ”l’altro tra gli altri” al momento dell’innamoramento: esse sono lì pronte a tornare fuori se solo si è disposti a relazionarsi con l’altro in maniera tale da farle riemergere.
Puoi approfondire l’argomento leggendo il mio articolo CRISI DI COPPIA O CRISI IN COPPIA?