CRISI DI COPPIA O CRISI IN COPPIA?

Quando una coppia è in crisi è buona norma porsi una domanda fondamentale, una domanda che può totalmente cambiare la direzione degli eventi:

Di chi è davvero la crisi?

La crisi è della coppia o la crisi è di uno/entrambi i partner che la scaricano sulla coppia?

Nelle righe che seguono mi spiego meglio.

Quando la crisi è della coppia, i problemi derivano dalla relazione tra i componenti della coppia; possono essere difficoltà di comunicazione, divergenze riguardo valori, obiettivi, stili di vita o comunque qualsiasi motivo che renda difficoltosa la prosecuzione del rapporto.

Quando la crisi è in coppia, diversamente, uno o entrambi i componenti vivono un periodo di disagio personale, di malessere individuale o il comportamento dell’altro riattiva fantasmi non risolti appartenenti al passato.

In questo ultimo caso si può parlare davvero di crisi di coppia?

A mio parere no.

E’ necessario fermarsi e riflettere su questa sottile ma vitale differenza che, se analizzata e compresa, può contribuire a salvare la coppia.

Nella mia pratica clinica e nel mio lavoro di psicologa con le coppie ho avuto modo di osservare che più spesso di quanto si pensi, un problema individuale viene scaricato continuamente sulla coppia ed il partner inizia a diventare il capro espiatorio, la valvola di sfogo su cui riversare tutte le proprie frustrazioni o malcontenti della giornata. Con troppa superficialità allora si conclude che la coppia è in crisi, e questo da l’avvio ad una spirale senza fine nella quale ognuno dei due partner si cristallizza sulla propria posizione credendo che i problemi siano della coppia o che il loro percorso assieme sia giunto al capolinea.

La conferma di ciò è spesso visibile se i due partner, esausti dalle continue incomprensioni, si lasciano ed intraprendono una nuova relazione: dopo qualche tempo si ritroveranno di fronte  ai medesimi problemi. Sono forse sfortunati ad incontrare persone sempre uguali? No, non credo proprio. Sono forse loro ad essere rimasti uguali in ogni relazione, sono i loro conflitti interni, le loro angosce non risolte ad essere rimaste le stesse e quindi ad essere proiettate nella coppia o nel partner.

In questi casi, occorre fermarsi e spostare lo sguardo dall’esterno e dal rapporto con l’altro, verso l’interno quindi al rapporto con sé stessi. La capacità di stare in coppia, di creare una relazione matura, equilibrata nella quale crescere e migliorarsi è proporzionale alla capacità di stare da soli, di tollerare la propria presenza nella solitudine, di tollerare le proprie frustrazioni, insoddisfazioni e malcontenti condividendoli con il partner e non scaricandoli su di lui. Essere soli prima di essere in coppia significa imparare a conoscersi, fare i conti con le proprie disarmonie, con le ombre, con i lati peggiori e tutto ciò richiede tempo ma soprattutto coraggio: il coraggio di guardarsi, il coraggio di assumersi la responsabilità del proprio malessere e non scegliere la via più breve scaricandolo all’esterno.

Ho conosciuto coppie in cui il problema era prettamente relazionale, ma ne ho conosciute molte altre in cui la coppia era divenuta lo “scarico” in cui gettare tutte le proprie insoddisfazioni: in questi casi un percorso individuale alternato ad incontri di coppia può portare alla vera fonte del problema evitando che si riproponga. L’affrontare i propri conflitti ha effetti diretti sul proprio benessere individuale ed indiretti sul rapporto con l’altro e quindi sulla coppia.

Paradossalmente, la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità d’amare.

(Erich Fromm)

Puoi approfondire l’argomento sulla CRISI DI COPPIA nella SEZIONE DEI DISTURBI TRATTATI.

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