3 PREZIOSI CONSIGLI PER USCIRE DALLA SOFFERENZA

Nel mio lavoro ho a che fare quotidianamente con la sofferenza. Spesso le persone arrivano al primo colloquio con il desiderio di smettere di soffrire velocemente e possibilmente, indolore!

Se avessi la bacchetta magica la userei volentieri per esaudire questa richiesta. Eliminare con un tocco ed una formula mistica tutta la sofferenza che si è creata in anni di non attenzione alla propria mente… servirebbe a qualcosa? Assolutamente a nulla, così come – statistiche alla mano – chi vince alla lotteria dopo un certo periodo si ritrova spesso più povero di prima.

Cosa puoi fare allora arrivato a questo punto? Come puoi affrontare la sofferenza visto che non puoi cambiare il tuo passato? É vero non possiamo cambiare il passato, come mi dicono molti pazienti, però, rispondo io, possiamo agire sul  presente per cambiare il futuro. Il futuro ha buone probabilità di essere come il tuo passato se non vivi consapevolmente il tuo presente.

“Incominciai anche a capire che i dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore e dignità, ma per maturarci.”

(Hermann Hesse)

Voglio darti tre preziosi ed utili consigli per affrontare ed uscire dalla sofferenza.

1.  Accettarla: Probabilmente avevi aspettative rispetto ad una situazione o persona e le cose non sono andate come speravi. Questo attrito, questa divergenza della situazione attuale da quella sperata ha creato sofferenza e rifiuto della situazione presente “non doveva andare così”, “perché proprio a me”. In altre parole: stai rifiutando la situazione presente e vorresti cambiarla, subito possibilmente. Accettare non significa subire passivamente, sopportare, bensì viverla attivamente, accoglierla, cavalcarla. Chiedersi che funzione ha nella tua vita, cosa  ti sta comunicando. Forse che non stavi vivendo pienamente? Forse che ti eri adagiato ad un’esistenza ciclica fatta di noia e routine?

“Non fuggire via dal dolore.

Lascia che la tua anima entri nel dolore a cercare un rimedio,

poiché la rosa è cresciuta con la spina e il rubino proviene da una pietra

(Rumi)

2. Attraversarla: ogni giorno quando esci di casa per andare dove desideri, attraversi la strada che spesso è trafficata o pericolosa, ma devi farlo se vuoi arrivare a destinazione. Il rimedio alla sofferenza è quindi passarci attraverso, entrarci, guardarla in faccia ed accettarla completamente, senza riserve. La comune tendenza è cercare di allontanarla immediatamente. Spesso ci si rifiuta di vivere la situazione e si viene totalmente vissuti e da essa, proprio come l’onda del mare che ci travolge e trasporta dove va la corrente.

“La maggior parte della sofferenza umana è inutile. Ce la infliggiamo da soli fino a quando, a nostra insaputa, si lascia che la mente prenda il controllo della nostra vita.”

(Eckhart Tolle)

Dove siamo noi in tutto questo? Scompariamo negli abissi del mare della disperazione, diveniamo burattini senza il minimo potere di scelta, se non l’azione sterile e meccanica a cui si è abituati: il lamento, l’incolpare un mondo cattivo, un capo cattivo, una sorte avversa, la sfortuna e ancora e ancora… Il dolore, la sofferenza non sono nostri nemici, ma i nostri più grandi alleati.  Avete imparato di più nei momenti difficili della vostra vita, o quando andava tutto bene? La sofferenza ci dà la preziosa opportunità di conoscerci meglio, di evolvere, di crescere, a patto che l’accettiamo, pena la sua continua riproposizione. La vita è una maestra così brava, che se non hai capito la lezione te la ripete.

“Coloro che non imparano niente dai fatti sgradevoli della propria vita costringono la coscienza cosmica a riprodurli tante volte quanto sarà necessario per imparare ciò che insegna il dramma ch’è accaduto. Quello che neghi ti sottomette, quello che accetti ti trasforma”

(Carl Gustav Jung)

3. Distacco: non significa negare il problema, non vederlo o distrarsi fingendo che vada tutto bene. Distacco significa guardare la situazione dall’esterno, esattamente come accade quando stai guardando un film. Non ti identifichi con la situazione, ma ne diventi testimone osservatore. Solo così puoi esserti davvero utile, solo così puoi decidere di trasformare il tuo dolore prima che sia lui a trasformare te. Più diveniamo capaci di guardare con distacco le difficoltà, meno dolorose esse ci appariranno. Dolore ed identificazione viaggiano di pari passo. Proviamo dolore nella misura in cui rifiutiamo il dolore stesso, nella misura in cui la situazione attuale differisce dalle nostre aspettative. “Non doveva andare così non è giusto.”

L’accettazione è la via d’uscita. La cura per il dolore è nel dolore.

Attraversa il dolore e da esso rinasci.

“Il dolore è il gran maestro degli uomini. Sotto il suo soffio si sviluppano le anime.”

(Marie von Ebner-Eschenbach)

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