USCIRE DALLA ZONA DI COMFORT? DIPENDE

Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di “zona di comfort” o “comfort zone” all’inglese, demonizzandola ed invitando in modo diretto o più subliminale, ad abbandonarla. La zona di comfort è quello spazio sia fisico sia emotivo nel quale ci si sente protetti e dove i livelli di ansia sono nulli o minimi.

Nella mia esperienza di psicoterapeuta ma anche al di fuori della mia professione, vedo spesso persone che verbalmente dicono di voler cambiare, si dichiarano motivate ed intraprendono vere e proprie azioni in questa direzione: c’è chi cambia lavoro, chi lascia il partner, chi cambia casa o addirittura città o chi, più semplicemente, si iscrive a un nuovo corso o cambia stile di vita e abitudini. Tutte queste iniziative sono intraprese per uscire dalla propria zona di comfort che, evidentemente, ha iniziato a generare più insoddisfazione che piacere.

Attenzione: passare dalla comfort zone alla danger zone è un attimo!

Molti, non appena escono dalla propria zona di comfort si trovano spaesati, inermi e con quantitativi d’ansia notevoli, nonostante fino a qualche tempo prima avessero impegnato gran parte delle loro energie in quell’obiettivo.

Cos’è accaduto?

Semplicemente hanno fatto i conti senza l’oste!

L’oste, in questo caso, è il loro inconscio, le loro parti più radicate come le credenze, valori, paure, bisogni.

Non sto dicendo che si è condannati a rimanere intrappolati nella situazione attuale o che non bisogna cambiare. Dico che occorre fermarsi e domandarsi se si hanno le conoscenze ed i mezzi per uscire dalla zona di comfort e soprattutto, qual è il proprio ruolo nell’aver fatto sì che diventasse un posto da cui voler uscire.

Cambiare situazione talvolta può essere uno specchietto per le allodole, un modo per scappare ed evitare di andare a fondo su quale sia la vera causa del proprio disagio.

“L’animo deve mutare, non il cielo”, scriveva Seneca all’amico Lucilio, stupito che i propri viaggi non gli fossero serviti a eliminare la tristezza che lo affliggeva.

Sei sicuro che sia la tua situazione esterna a dover cambiare?

Talvolta, prima di trasformare in azione un bisogno, occorre chiedersi se non sia il proprio modo di vedere le cose a dover cambiare. Il vero cambiamento non può mai avere origini all’esterno, perché sarà solo un cambiamento superficiale.

La vera uscita dalla zona di comfort, è l’uscita da una mentalità ormai stagnante che impedisce la crescita: a quel punto, la situazione esterna diverrà una naturale conseguenza di quella interna.

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