COSA NASCONDE LA VOGLIA DI LASCIARE TUTTO E PARTIRE?

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha pensato di lasciare tutto e partire: se stai leggendo questo articolo sicuramente sei una di queste persone.

Ma cosa si nasconde dietro la voglia di lasciare tutto e partire?

Lasciare tutto significa anche lasciare tutti.

Significa allontanarsi dai propri affetti, dalle proprie relazioni familiari, amicali, sentimentali e sociali.

Significa lasciare tutti, tutti tranne te.

Si perché che TU viva a Milano, Padova o Roma sarai TU anche in Indonesia, Tahilandia o Canada.

Seneca scriveva “Animum debes mutare, non caelum. Licet vastum traieceris mare […] sequentur te quocumque perveneris vitia”. Ad intendere che è il nostro animo, il nostro modo di vedere le cose a dover cambiare, non il cielo sotto il quale viviamo! Puoi anche attraversare il mare, ma i tuoi problemi e le tue angosce ti seguiranno ovunque andrai.

Il continuo pensare a lasciare tutto rivela il bisogno di cambiamento, di uno stacco tra ciò che sei e che vorresti essere. Rivela un desiderio che, quando presente per lungo tempo, proviene direttamente dall’anima, dalla tua parte più profonda. L’inconscio come ben sappiamo, al pari dei sogni, comunica per immagini, simboli e metafore quindi non va necessariamente preso alla lettera, bensì indagato il significato sottostante al messaggio che ti invia. In poche parole: VA DECIFRATO. Non significa che se da tempo senti  il bisogno di lasciare tutto devi prendere il primo biglietto aereo ed andare lontano, significa invece che c’è qualcosa nel tuo modo di vivere, di sentire, qualcosa nelle tue relazioni o nel rapporto con te stesso che non va, che non ti soddisfa. Tutto ciò ti seguirà ovunque andrai!

Quindi, non c’è soluzione? Sono spacciato?

No, nessuno è spacciato se prima di buttarsi, prima di agire d’impulso si ferma a sentire, a tradurre l’impeto di agire in qualcosa di più profondo. Forse senti di non essere più quello di un tempo o quello che gli altri si aspettano da te quindi vuoi allontanarti da tutto per non avere l’obbligo di essere come gli altri vorrebbero tu fossi o come sono abituati a vederti.

Forse ciò di cui ha bisogno non è un nuovo luogo ma un nuovo modo di essere, una nuova identità.

Ti chiedo quindi: come sei arrivato ad avere questa finta identità di cui ora vorresti separarti?

Quanti finti “si”, quanti forzati “va bene” hai pronunciato per arrivare sino a qui?

Quante volte avresti voluto urlare un sonoro “no”, o avresti voluto fare qualcosa solo e soltanto per te o per il piacere di farla? Quante volte hai sacrificato il piacere in favore del dovere?

Io dico che sono tante, talmente tante da diventare un’altra persona, talmente tante che non ti riconosci più e vedi nel lasciare tutto l’unica via per rinascere, per ritrovare te stesso. Ma se non comprendi ciò che ti ha portato a non essere più te stesso, rischi di ripetere gli stessi schemi e le stesse modalità di comportamento anche altrove, anche dall’altra parte del mondo.

Prima di qualunque cambiamento poniti queste semplici domande:

1) Perché sono qui?

2) Vale la pena di restare?

(Gerge Ivanovitch Gurdjieff)

Cosa fare quindi arrivati a questo punto?

  1. Silenzio! La prima cosa da fare è custodire questo bisogno di lasciare tutto, solo per te, nella tua intimità. Devi lasciarlo maturare, trasformare, crescere per dargli il tempo di rivelarsi per ciò che è e non per ciò che appare. Come scritto precedentemente, l’inconscio comunica per simboli, e immagini, non tutto deve essere preso alla lettera. Pratica l’auto-osservazione, annota i sogni che fai, essi da sempre sono fonti di preziose indicazioni. Osservati durante la giornata senza giudicarti, senza commentare, solo così la tua vera natura può rivelarsi. Questo periodo di riflessione, di osservazione ti eviterà di prendere decisioni avventate, di agire sotto la spinta pulsionale e ti permetterà di comprendere se si tratta solo di un bisogno, una reazione momentanea o di una effettiva esigenza di un’altra vita.
  2. Niente perfezionismi! Ti trovi all’inizio del processo, è normale che tu non abbia chiara la meta finale.
  3. No all’impulsività: E’ necessario sia restare lucidi per non farsi sopraffarre dall’impeto di dare uno strappo con il passato, sia per guardare con chiarezza e senza i sentimentalismi le tue relazioni affettive evitando di dare troppo valore ad alcune parti della tua vita che non l’hanno più.
  4. No alla lista dei pro e contro: non stai scegliendo un’automobile o non si tratta di scegliere una lavatrice piuttosto che un’altra. Si tratta della tua vita e non è con la ragione, con il calcolo, con gli sforzi mentali, o con il chiedere opinioni a tutti coloro che incontri che troverai le riposte che cerchi.

La domanda non è lasciare tutto o non lasciare tutto: la vera domanda è essere o non essere? Ma essere chi? Chi sei sempre stato o chi senti di essere davvero? E perchè non puoi essere chi senti di essere davvero qui, senza partire?

Pensa un istante alle scelte prese in passato: le migliori , le più sagge, sono sempre quelle che, a un certo punto, sono sbocciate da sole, senza che sforzo. Proprio come un fiore che quando è il momento, sboccia da solo in silenzio, rivelando tutto il suo splendore.

Libera la mente dal dovere di scegliere subito qualcosa.

Mettiti in attesa, lascia venire le emozioni, tienile con te giorno dopo giorno, osservale senza prendere decisioni. Al momento giusto decideranno loro.

Il viaggio non è la soluzione, ma un mezzo, forse nemmeno l’unico, per venire a contatto con te stesso.

Le cose non cambiano; cambiamo.

(Henry David Thoreau)

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