#NONANDRÀTUTTOBENE

Dalla prima volta che ho visto la scritta #andràtuttobene sono rimasta alquanto perplessa.

Un po’ come nascondere la spazzatura in casa, ho pensato! Posso spruzzare del profumo e per qualche giorno convincermi di vivere in una casa pulita. Ciò non toglie che ho pur sempre della spazzatura in casa e che arriverà il momento in cui il profumo non riuscirà a coprire il cattivo odore e dovrò accettare che non sto vivendo in una casa pulita!

Arriverà il giorno allora in cui ci si sveglierà e capirà che l’arcobaleno con la scritta #andràtuttobene non era altro che il profumo che copriva la puzza, in questo caso la angosciosa realtà. Per quanto nobile ed ammirabile sia l’intenzione di dare un messaggio di speranza e positività in questo momento così drammatico, esso potrebbe tuttavia essere fuorviante.

Non andrà tutto bene! É inutile fingere.

L’Italia è stata serrata non solo a causa del Coronavirus ma anche per una gestione superficiale nelle fasi iniziali dell’emergenza. A fare il resto ci ha pensato una modalità di informazione ridondante ed allarmistica che ha generato panico riversatosi in tempi estremamente brevi su un Sistema Sanitario impreparato a rispondere ad un’emergenza estremamente ampia, anche a causa  dei 37 miliardi di tagli al Servizio Sanitario nazionale tra il 2010 e il 2019.

Parallelamente, a seguito della chiusura scaglionata delle attività produttive che vede tra le sue eccezioni i monopoli di Stato come giornali, gratta&vinci vari e sigarette (che stando alle statistiche fanno molti più morti del Covid-19), l’economia si è fermata.

E’ innegabile che la maggior parte dei settori risentiranno di questo periodo ed altrettante famiglie avvertiranno un clima di incertezza sul proprio futuro lavorativo.

Provo a fare la chiaroveggente e prevedere cosa accadrà dopo che i reparti di terapia intensiva si saranno svuotati? Provo ad indovinare cosa accadrà quando con un magico discorso in tv decreteranno la fine dello stato di emergenza?

Potrebbe accadere, e spero di sbagliarmi, che si riempiranno i reparti di salute mentale. Sono già in aumento i TSO (trattamenti sanitari obbligatori), gli accessi ai servizi psichiatrici e le violenze domestiche in casa. Le conseguenze sanitarie di questo periodo d’emergenza si faranno sentire per mesi e mesi.

Quindi non andrà tutto bene, proprio per nulla, se non consideriamo anche l’impatto psicologico che un periodo di stress e paura prolungati ha sulle persone. La paura attiva il sistema nervoso simpatico, il quale mette in circolo ormoni (tra cui adrenalina, noradrenalina e cortisolo, detti ormoni dello stress) che abbassano le difese immunitarie predisponendo il corpo a reagire anche diversi mesi dopo la scomparsa dello stimolo che l’ha scatenata. La paura si imprime nella psiche mantenendo il corpo in un continuo stato d’allerta.

Dove finiranno le immagini gentilmente offerte dai telegiornali in cui file di bare percorrono le città? Che effetto avranno avuto sugli anziani o su soggetti mentalmente in difficoltà o, peggio, sui bambini? Scene di persone che piangono i propri morti, interviste a medici sfiniti e sconvolti. Insomma, a qualsiasi ora su qualsiasi rete si è sottoposti ad un vero e proprio bombardamento di immagini catastrofiche, un vero e proprio bollettino di guerra che distorce ed amplifica il rischio percepito. Contemporaneamente ci si alterna tra medici che minimizzano ed altri che drammatizzano. E i numeri sbandierati come fossimo alla tombola di capodanno? “Oggi, 3000 nuovi contagi e 683 morti”. Stiamo parlando di vite umane, di salute fisica e mentale, di terrorismo psicologico basato su stime. Non sono i numeri del bingo! Queste immagini, questa atmosfera di terrore ed invasione può slatentizzare, attivare o ri-attivare aspetti deboli e sopiti delle persone.

A buon diritto è quindi possibile ipotizzare che nei prossimi mesi vi sarà un aumento esponenziale dei suicidi, delle problematiche d’ansia, disturbi post traumatici da stress, delle dipendenze, delle depressioni, dei disturbi ossessivo-compulsivi, paranoidei e di comportamenti violenti.

Quindi #nonandràtuttobene se non prendiamo in considerazione anche gli aspetti psicologici, psicopatologici e psichiatrici coinvolti in questa pandemia. Non andrà tutto bene perché non tutti hanno le risorse per gestire uno stress emotivo prolungato di tale entità. Ci sono tante persone già provate psicologicamente che si sono trovate ad affrontare un problema più grande di loro. Chi pagherà per i danni psicologici arrecati alle menti più fragili? Chi pagherà per coloro che non hanno le conoscenze o i mezzi per chiedere aiuto?

Serve un’informazione che sia il più possibile chiara, coerente, rispettosa e tutelante verso gli anziani, i bambini e tutte le persone in difficoltà altrimenti le conseguenze potrebbero essere ben peggiori delle cause.

Quindi ok #iorestoacasa ma non ci sono le premesse affinchè #andràtuttobene.

La peste aveva ricoperto ogni cosa: non vi erano più destini individuali, ma una storia collettiva, la peste, e dei sentimenti condivisi da tutti.
(Albert Camus, La peste)

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