A tutti è capitato di sentire il bisogno di controllare qualcosa o qualcuno: l’aver chiuso la porta di casa o dell’auto, aver spento il gas, aver adempito correttamente alle proprie mansioni lavorative oppure ancora al monitoraggio dell’ambiente circostante, di una o più persone.
Cosa differenzia una normale tendenza al controllo da una vera e propria mania di controllo?
La differenza è data dalla quantità ed dal modo in cui si manifesta tale controllo.
Se ciò avviene occasionalmente, magari durante periodi stressanti o in cui ci si sente maggiormente vulnerabili si può verosimilmente pensare ad un comportamento temporaneo, di passaggio che non influisce nella qualità della vita quotidiana. Diversamente, se è un comportamento che si manifesta regolarmente in uno o più ambiti della propria vita in modo intenso, sistematico influenzandone la qualità, possiamo pensare ad un tratto caratteriale piuttosto strutturato ed invalidante.
Cosa induce una persona a voler controllare tutto e/o tutti?
Sicuramente possiamo affermare che dietro la mania di controllo c’è il bisogno di sicurezza.
Chi controlla il partner, o cerca di controllare eventi, circostanze o manifesta eccessiva rigidità dinanzi a programmi prestabiliti cela aspetti di insicurezza. Sentirsi insicuri verso le proprie capacità, o verso le proprie capacità di riuscire a tollerare e provare certe emozioni porta a voler controllare il mondo esterno.
“Se non posso controllare il mio mondo interno, cercherò di controllare quello esterno”, pensa la persona con manie di controllo.
Tra i fattori che hanno contribuito a questa insicurezza personale possiamo pensare a situazioni in cui la persona si è sentita impotente, senza possibilità di agire. Questo può aver dato origine al senso di colpa, al sentirsi responsabili di quanto accaduto ed a far tutto quanto necessario affinché tale evenienza non si ripeta. Non sempre e non solo si tratta di eventi traumatici, spesso possono essere anche situazioni di lieve entità ma reiterate nel tempo o accadute nei primi anni di vita dove i sistemi emotivo e cognitivo non sono ancora “attrezzati” ad elaborare, a dare un senso a quanto sta accadendo e quindi a rispondere in modo funzionale. L’individuo, divenuto ormai adulto, vede nel controllo la sua protezione.
Provare a tenere tutto sotto controllo è in realtà un tentativo di “rimediare” simbolicamente alla situazione in cui hanno sentito di non averne. Paradossalmente sono proprio queste persone che si imbattono con maggiore frequenza in partner o circostanze difficili da tenere sotto controllo, come se inconsciamente volessero rivivere la situazione originaria in cui si sono sentiti impotenti ma decidendo loro il “finale”, un altro finale.
“Il solo potere al quale un uomo deve aspirare è quello che egli può esercitare su se stesso.”
(Elie Wiesel)
Cosa accade a livello fisico quando si controllare tutto?
Naturalmente questi comportamenti di controllo comportano un importante dispendio energetico che si traduce spesso in stanchezza. Il tenere sempre la soglia di vigilanza ad un livello elevato porta a lungo andare all’innalzamento dei livelli di cortisolo, adrenalina e noradrenalina, ormoni prodotti dal surrene su impulso del cervello; la combinazione di questi tre elementi aumenta pressione sanguigna, glicemia e grassi nel sangue mettendo così a disposizione l’energia di cui il corpo necessita per mantenere alto il livello di vigilanza. In condizioni “normali” la maggiore produzione di cortisolo avviene prima del risveglio, per fornire al corpo l’energia di cui ha bisogno, in caso di stress invece resta alto l’intera giornata comportando un costante livello di attivazione che ostacola il sonno e a lungo andare modifica il ritmo sonno-veglia, indebolisce il sistema immunitario creando terreno fertile per malattie cardiovascolari.
Quali sono le conseguenze a livello emotivo?
A livello emotivo la ricerca del controllo porta ad una perdita. Perdita di tutto ciò che è fuori dalla scaletta prestabilita dal controllore che sarà sempre la stessa fatta di abitudini e schemi. Perdita della spontaneità, della curiosità verso il nuovo, e soprattutto perdita della capacità di adattamento ed emersione delle proprie risorse. Il voler controllare tutto inoltre si declina spesso in varie forme di ansia. L’ansia in questi casi origina proprio dalla possibilità che le cose non vadano come prestabilito o che la persona non si comporti secondo le aspettative. L’individuo in tali circostanze rischia di trovarsi spiazzato, non sapere come reagire e non riuscire a governare le emozioni che ne derivano proprio perché assolutamente impreparato a farlo.
“Abbiamo paura della vita, ecco perché cerchiamo di controllarla e dominarla.”
(Alexander Lowen)
La mania di controllo è quindi un blocco: blocco di energia vitale, blocco di esperienza, blocco di creatività, in poche parole blocco di vita. Non è controllando ogni cosa che eviterai la sofferenza, ma è conoscendo, osservando ed elaborando le tue emozioni, i tuoi sentimenti che imparerai a restare, a tollerare la sofferenza e trovare in te le risorse per trasformarla e da essa emergere.
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