DEPRESSIONE AUTUNNALE: SIMBOLO DI RINASCITA

Che cos’è la depressione? Quella condizione dell’anima che si registra quando il mondo circostante non ci dice più nulla e il mondo immaginifico, quello dei nostri sogni e dei nostri progetti, tace avvolto da un silenzio così cupo e impenetrabile da impedire anche il più timido degli sguardi che osi proiettarsi nel futuro.

(Umberto Galimberti)

Il cambiamento stagionale, in particolare quello che segna il passaggio dalla stagione estiva a quella invernale, l’autunno, è il periodo cui si registra il maggior numero di depressioni. I sintomi tipici a livello psichico sono abbassamento del tono dell’umore e perdita di interesse per ciò che prima lo provocava. La depressione non sempre comunica attraverso sintomi mentali, talvolta, non trovando le parole, lo fa attraverso il corpo, con somatizzazioni di vario genere, la cosiddetta “depressione mascherata”. Possono essere presenti spossatezza, dolori diffusi, disturbi gastrointestinali, cefalea, insonnia, iperfagia con predilezione verso i carboidrati (ricchi di serotonina) o altri sintomi fisici. Altre volte ancora la depressione si maschera dietro uno stato di agitazione simile a quello ansioso.

La depressione autunnale può comparire per la prima volta in questo periodo o essere un “appuntamento fisso e ricorrente” che ciclicamente si ripete ogni anno.

Depressione autunnale: da cosa è provocata?

La riduzione della quantità di luce solare agisce sulla melatonina, ormone implicato nella regolazione del tono dell’umore e sulla produzione di Vitamina D la cui mancanza o insufficienza sono state associate con sintomi depressivi clinicamente significativi. Ne è riprova il fatto che la depressione stagionale è maggiormente diffusa nei paesi dove la quantità annua di luce solare è minore e dove fa più freddo (ad esempio Canada, Islanda, Stati Uniti del Nord, Paesi Scandinavi, etc.). Anche il cambiamento del paesaggio circostante può influire sull’umore, si pensi al passaggio dal rigoglio alla caducità, con tonalità malinconiche accompagnato dal graduale abbassarsi delle temperature. Tutto ciò può comunque essere aggravato da una predisposizione costituzionale.

Depressione autunnale: il caos che prepara alla rinascita

In autunno gli alberi si preparano a spogliarsi rimanendo un po’ nudi ed un po’ vestiti da fogliame dalle tinte calde. E’ una transizione. Se pensiamo all’autunno lo associamo infatti ad un “periodo di mezzo” in cui non c’è né il caldo definito dell’estate né il freddo dell’inverno, ed anche il paesaggio assume toni e caratteristiche ibride, indecise. Se l’autunno è come il caos, allora somiglia all’origine della vita: è qui, tra ottobre e novembre, che finisce il ciclo vitale precedente e si crea lo spazio per quello successivo accompagnato da un’inevitabile malinconia per lo spegnimento di ciò che è stato splendente e solare. Questo processo ha la finalità di creare il vuoto, il buio e il silenzio necessari per qualsiasi rinascita; tutto ciò vale anche per l’essere umano che, in quanto cittadino del mondo, ubbidisce alle medesime leggi della natura. Se impariamo a “fare autunno” nella nostra vita, se ci raccogliamo un po’ più in noi stessi e lasciamo andare un po’ di passato, il sistema nervoso non avrà bisogno di produrre la depressione come un “autunno di compensazione” per rimetterci in linea con lo spirito stagionale.

Cosa ci insegna l’autunno?
Che dobbiamo lasciar andare le cose che non ci nutrono più.
Che nella malinconia c’è una bellezza struggente.
Che per poter voltare la pagina bisogna trovare il coraggio di far cadere le foglie secche, a costo di lasciar spoglio e freddo il nostro ramo.
Solo così un giorno potranno nascerci nuovi germogli
(Catherine Black)

L’autunno non è solo una stagione, ma a livello simbolico uno stato che risveglia dalla routine quotidiana, dall’abitudine. E’ come se ci dicesse che è arrivato il momento di lasciare andare le foglie vecchie per far spazio a nuovi germogli. E’ quindi importante trovare un modo, il proprio e personalissimo modo di vivere il proprio autunno regolarmente, di dare un significato alle proprie vicende del passato ma poi lasciarle andare esattamente come le foglie che alla prima ondata di vento volano via. Non accomodarsi, non darsi per “arrivati” permette quel rigoglio, quella continua rinascita proprio come le cellule del nostro corpo che ogni giorno nascono e muoiono più volte.

L’autunno esiste per insegnarci come si lasciano andare le cose ormai morte.

Poi l’estate svanisce e passa, e arriva ottobre. Si fiuta l’umidità, si sente una chiarezza insospettabile, un brivido nervoso, una veloce esaltazione, un senso di tristezza e di partenza. (Thomas Wolfe)

Puoi approfondire leggendo il mio approccio alla DEPRESSIONE  e il mio articolo “Come uscire dalla depressione”  

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