Scrivere questo articolo mi è doveroso.
In tanti anni di professione ho ascoltato veramente molte, molte ed ancora molte volte persone che non fanno ciò che vorrebbero per timore di causare del male a qualcuno e quindi provare senso di colpa.
In breve, credono che se qualcuno soffra sia a causa loro.
No, nel mondo reale non funziona così. Non siamo più a lezione di morale spiccia e bigotta da patronato di paese.
Quando una persona soffre non è mai, mai, mai per le vostre azioni ma per la sua reazione alle vostre azioni, ed ora ve lo illustrerò con un breve esempio a cui sono certa, molti hanno assistito o sono stati diretti protagonisti. Tre individui vengono lasciati: il primo reagisce piangendo e stando male perché aveva investito tutto su quella relazione, il secondo prova tristezza ma in breve tempo scopre di essersi privato di molte esperienze, il terzo si sente sollevato poiché anche lui avrebbe voluto interromperla ma non ne aveva il coraggio.
Il fatto che tre individui reagiscano in modi differenti significa che la sofferenza deriva dall’interpretazione dell‘azione e non dall’azione stessa, sennò si sarebbero comportati tutti allo stesso modo.
Questo non è un invito a calpestare i sentimenti altrui, anzi, proprio perché sono tenuti in considerazione, si ha ancor più il dovere di essere completamente sinceri ed autentici. Diversamene si vivrà una vita finta, nella quale i propri desideri sono soffocati in virtù di false ideologie. Tutto quello che non è espresso si sposta sul corpo dando avvio ai disturbi psicosomatici legati alla repressione della rabbia (comune in chi ha sensi di colpa) come gastrite, ulcera, sfoghi cutanei, disturbi della pelle e problemi di pressione.
In realtà sarebbe un arduo compito conciliare l’immagine che io ho di me stesso, con quella che altri si fanno di me.
Chi ha ragione? E chi è l’individuo reale?
Carl Gustav Jung
COME LIBERARSI DAI SENSI DI COLPA?
- Uscite dall’egocentrismo: non siete il dio Atlante che sorregge il mondo! È necessario abbandonare il personaggio con cui vi siete identificati, di quello bravo che sopporta tutto. Nel tentativo di non avere sensi di colpa ed essere “a posto con la coscienza”, create un danno a voi e agli altri poiché vi sostituite a loro privandoli della possibilità di elaborare disagi e frustrazioni.
- Iniziate a dire “NO!”: Spesso chi vive nei sensi di colpa non si concede nemmeno di pensare a quello che vorrebbe. Vive nell’idea che “voler bene” equivalga a tacere e accondiscendere al volere altrui ma più dite “si”, più gli altri alzeranno il tiro pretendendo ed aspettandosi sempre maggiore disponibilità e, appunto, facendovi sentire in colpa quando disattendete le loro aspettative.
- “Ama il prossimo tuo come te stesso” scriveva un grande Maestro. Ecco, è proprio quel “come te stesso” ad essere costantemente dimenticato. Relazionatevi sullo stesso paino delle altre persone, non dal piedistallo del “salvatore onnipotente”. In questo modo avrete la possibilità di farvi conoscere nella vostra autenticità.
- “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione” scriveva James Russell! Avete il diritto di cambiare idea se le circostanze interne ed esterne non sono più in linea con i vostri bisogni e questa può rappresentare l’occasione per riprendere in mano la vostra vita.
- “È giusto? È sbagliato? Faccio bene o faccio male?”, è finito il tempo di queste domande. Osservate in silenzio gli eventi della vita senza far scattare subito il giudizio morale. Guardate le cose per come sono e non per come pensate che la gente vorrebbe fossero. Licenziate il vostro giudice interiore che, in quanto vostro, non potrà mai essere imparziale e quindi un bravo giudice.
“Quanto più siamo unilateralmente idealisti e coltiviamo il desiderio di perseguire sempre il bene e la giustizia, tanto più cooperiamo involontariamente con il male. Se invece provassimo a tenere conto anche del lato negativo potremmo evitare di essere improvvisamente sopraffatti dall’aspetto oscuro della vita. Se perseguire il bene potrà sempre rimanere il nostro fine, dovremo però diventare più modesti e sapere che se siamo troppo buoni costelliamo per compensazione l’aspetto distruttivo”.
Marie-Louise Von Franz
Ricordate: ogni persona ha il proprio percorso e voi non potete né dovreste sostituirvi a lei.